Surfin’ in the …Brand New Music
C’era una volta quel negozio di dischi dove si scovavano gli album introvabili, dove si scoprivano nuove band e ci si apriva un nuovo immaginario musicale. Oggi, purtroppo, di quei negozi ne rimangono sempre meno ma la rete ci offre infiniti modi per ascoltare in anteprima “the next big thing” nel mondo della musica e poter fare gli indie snob dicendo “io li ascoltavo prima che esistessero”.
La base è Last.fm, quel social network ibrido che è anche un’applicazione per il vostro computer che fa lo scrobbling di tutto quello che state ascoltando sul vostro computer (ma anche su tablet e smartphone con l’applicazione) e oltre a fare le statistiche su cosa ascoltate maggiormente (settimanalmente, mensilmente, annualmente e in assoluto) vi dà suggerimenti su cosa potreste sentire di nuovo e le persone da conoscere in base ai vostri interessi musicali.
Poi ovviamente c’è Spotify, programma comodo e legale per non intasare il vostro hard disk: oltre ad offrire una libreria immediata e abbastanza completa (anche se mancano i Beatles ed è qualcosa di inaccettabile, ma in fondo sappiamo quanto siano riservati sui diritti), dalla voce “Scopri” del pannellino di controllo sulla sinistra si apre una sezione dove con un algoritmo – probabilmente molto simile a quello di Lastfm – riceverete dei suggerimenti ad hoc in base ai vostri ascolti. Da esperienza personale, posso dire che ogni tanto i consigli sono alquanto azzardati (aka “il giorno che visto che avevo ascoltato Niccolò Fabi Spotify mi consigliò di ascoltare Califano”), ma si possono scoprire un sacco di gruppi nuovi e appena nati (certo molto dipende da quello che ascoltate, se vi sparate sessioni di Ligabue e Marco Mengoni non andrete molto in là – lo so sono un’indie snob del cavolo ma mi faccio perdonare raccontandovi che a me Mika piace molto e pulisco casa ascoltando la discografia completa delle Spice Girls e Womanizer di Britney Spears, che per una che ascolta band sconosciute scozzesi come stile di vita è un vero scandalo!).
Ma arriviamo alle cose interessanti: si tratta di due i siti fondamentali per scavare nell’underground della musica indie internazionale – sto parlando del californiano BandCamp e del tedesco SoundCloud. Entrambi nascono come piattaforme di start-up per band emergenti: gli artisti caricano i loro pezzi che, oltre ad essere trasmessi in streaming (con un comodissimo player), sono disponibili per il download (raramente gratis ma per la maggior parte a prezzi davvero stracciati, quindi se qualcuno vi piace il mio consiglio è di acquistare anche solo qualche brano, è sempre dignitoso sostenere la buona musica indipendente e poi nel caso un giorno raggiungessero fama internazionale potrete sempre dire di aver contribuito al loro successo!). Entrambi i siti permettono la registrazione come “fan – non artista”: in questo modo potrete salvare i vostri preferiti, postare nella vostra bacheca le cose che vi hanno particolarmente colpito e farvi una vera e propria timelime dei vostri viaggi musicali. Perdersi e scoprire nuovi sound tra le pagine di entrambi è facilissimo ed estremamente affascinante… se amate scovare i nuovi talenti – o anche solo ascoltare qualcosa di diverso – sono due preziosi strumenti di cui non potrete davvero più fare a meno.
Certo che nulla toglierà mai l’assoluto piacere di passare ore in un vecchio negozio di dischi o di scoprire un nuovo gruppo in un festival di paese, ma come succede spesso una cosa non esclude l’altra e la rete senza dubbio accorcia le distanze: quella band islandese che nessuno conosce difficilmente verrà a fare un concerto in provincia di Rovigo!